Come ogni anno, anche oggi si celebra la Giornata internazionale della Danza, momento di festa e di unione per gli appassionati del settore di tutto il mondo. Istituita nel 1982 per il Comitato Internazionale della Danza – C.I.D. dell’International Dance Council dell’UNESCO, la scelta di fissare la data al 29 Aprile non è stata casuale, ma coincide con il compleanno di una delle figure più innovative della danza del ‘700: Jean-George Noverre, promotore del Ballet d’Action.

Jean-George Noverre

Nato nel 1727 a Parigi, Jean-George Noverre fu un danzatore e coreografo francese che visse tra Parigi, Berlino, Londra e Stoccarda. A lui si deve la nascita di un nuovo genere ballettistico che segnò il confine tra la danza vista come solo intermezzo tra un atto e l’altro delle commedie di corte (nel XVIII secolo infatti i pezzi danzati non avevano alcuna storia o legame con la trama dell’opera messa in scena) e la danza indipendente che possiede una propria struttura narrativa, quella del Ballet d’Action.

Nonostante l’accesa disputa che si creò tra il ’73 e il ’75 con Gasparo Angliolini per la paternità della riforma del balletto pantomimo, Noverre viene ricordato soprattutto per la redazione delle Lettres sur la danse et sur les ballets (per le quali Angiolini accusò il collega di plagio), nelle quali veniva teorizzato un nuovo genere di danza che doveva sostenere un equilibrio fra teatro, danza, musica e scenografia.

Per Noverre infatti, un buon balletto doveva essere:

Una pittura vivente delle passioni, dei costumi, degli usi, delle cerimonie di tutti i popoli della terra; di conseguenza, deve essere pantomimico in ogni suo aspetto e parlare all’anima attraverso gli occhi.

I punti principali delle Lettere di Noverre, pubblicate per la prima volta nel 1760 ma poi rivedute ed ampliate varie volte, riguardavano in primo luogo la necessità di aggiungere anima e spirito sia alle coreografie che ai danzatori stessi, che non dovevano limitarsi a mostrare solo la propria tecnica ma soprattutto le proprie emozioni. Il coreografo teorizzava inoltre, da una parte la scelta del genere tragico per la creazione coreografica, che meglio si addiceva alla danza, dall’altra l’eliminazione delle maschere e l’utilizzo di costumi poco ingombranti che permettessero ai ballerini di muoversi al meglio.

Gli eventi in programma

La celebrazione ufficiale della Giornata internazionale della Danza 2022, annunciata dall’International Theatre Institute ITI e organizzata dal Segretariato Generale ITI, si terrà online il 29 Aprile a partire dalle 14,00 (ora italiana). Nel corso dell’evento verrà trasmesso il videomessaggio 2022 della danzatrice e Direttore Artistico del Korean National Ballet KANG Sue-jin, insieme a cinque produzioni di danza provenienti da Africa, Asia-Pacifico, le Americhe, Europa e Paesi Arabi.

Tra gli eventi programmati per il 2022 inoltre sarà possibile fruire dello streaming gratuito (per le prime due settimane) sulla piattaforma ITsART dell’ultima edizione del Gala di danza prodotto da Daniele Cipriani “Les Etoiles“. Su Arte.Tv invece una ricca programmazione di spettacoli gratuiti, a partire dal “Lago dei Cigni” di Martin Schläpfer e “Transit” di Tero Saarinen, ma anche “Ghost Light” di John Neumeier, “The Tree” di Carolyn Carlson e Trisha Brown x 100. Il Teatro alla Scala di Milano invece, su idea del Direttore Manuel Legris, propone su YouTube lo streaming di una lezione del Corpo di Ballo tenuta in palcoscenico dal Primo Ballerino e coreografo Antonino Sutera.

Il messaggio del 2022

La catastrofe del Covid-19 ha fermato la vita libera come noi la conoscevamo ed essere nel mezzo di questa tragedia ci fa ripensare al significato di «danza» e «danzatori». Nel lontano passato la danza era un mezzo primario di espressione e comunicazione attraverso i gesti, per poi diventare un’arte della performance che commuove gli animi e ispira il pubblico. È un’arte che vive nell’istante, difficile da riprodurre una volta che è stata compiuta perché viene creata dall’unione di corpo e anima. La danza è fatta di momenti effimeri, il che destina i danzatori a essere sempre in movimento. Nondimeno, il Covid-19 ha ristretto e persino bloccato l’arte della danza nella sua forma originaria.

Anche se la situazione sta migliorando, le performance di danza sono ancora soggette a molte restrizioni. Questo ci porta a serbare come una cosa preziosa i ricordi del tempo in cui la danza e i danzatori risplendevano come gemme, trasmettevano l’angoscia e l’ansia degli uomini, la volontà e la speranza per la vita e illuminavano il mondo.

Alla stessa maniera il balletto Giselle – ambientato nell’Europa medievale e andato in scena all’Opéra di Parigi il 28 Giugno del 1841 in un’epoca ancora scossa per l’epidemia – riportò uno straordinario successo narrando una storia d’amore che va oltre la morte. Da allora Giselle è stato eseguito in tutta Europa e nel mondo continuando a portare conforto e incoraggiamento ad un’umanità affranta dalla pandemia. Proprio in questo aspetto, mostrato per la prima volta in Giselle, io vedo il mirabile spirito della ballerina che cerca di sollevarsi al di là dei dolori del mondo.

Il pubblico, stanco per l’isolamento, è assetato di empatia e conforto da parte dei danzatori. Come danzatori, noi crediamo che il nostro battere d’ali dia speranza ai cuori di coloro che amano l’arte della danza e dia loro il coraggio di andare oltre la pandemia.

Sento già il mio cuore palpitare.

Autore: Kang Sue-jin

Photo Credit: http://www.ilteatrodellamemoria.com

Maggiori informazioni su: https://www.international-dance-day.org/

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