Cioccolata, dolciumi, zucchero, tè e caffè. Chi non ha mai desiderato entrare almeno una volta nel mondo di leccornie della Fata Confetto e del suo Principe? Tratto da un racconto per bambini, poi diventato cartone animato e film, lo Schiaccianoci è il balletto che ogni anno rinasce con l’arrivo delle festività natalizie. Senza Schiaccianoci, infatti, non è Natale. Ma come nasce il balletto? E quali sono le sue versioni più famose? Leggi l’articolo per scoprirlo! In fondo troverai anche alcuni consigli d’acquisto sulle migliori versioni prodotte in DVD!

Balletto The Nutcracker di Balanchine
“The Nutcracker” di George Balanchine Trust – Photo Credit: Erin Baiano

L’origine del balletto

La storia dello Schiaccianoci e della sua battaglia contro il re dei topi prende ispirazione dal racconto del 1816 di ETA Hoffman, dal titolo (appunto) “Schiaccianoci e il re dei topi“. Ben settantasei anni dopo, a Ciaikovskij viene commissionato dai Teatri Imperiali di San Pietroburgo un balletto che avrebbe dovuto seguire la scia del successo della sua Bella Addormentata, messa in scena due anni prima: ecco che nasce Lo Schiaccianoci.

Andato in scena per la prima volta nel 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, non tutti sanno che Lo Schiaccianoci ha alle spalle un progetto travagliato. Nato da un’idea del principe Vsevoložskij, la coreografia viene affidata a Marious Petipa, anche lui autore de La bella addormentata, che convince il compositore, inizialmente non entusiasta, a scriverne la partitura. Petipa però si ammala prima di portare a termine lo spettacolo e decide di affidare la coreografia al suo assistente Lev Ivanov, così che alla fine il libretto reca la firma di entrambi.

Dal canto suo Čajkovskij non rimane contento della riuscita dello spettacolo, tanto che addossa la colpa alla protagonista del balletto, la ballerina italiana Antonietta Dell’Era, interprete della Fata Confetto (insieme a Pavel Gerdt nel ruolo del Principe), che lui stesso addita come “colei che ha sciupato l’atmosfera del secondo atto”. Nonostante ciò però, al penultimo zar di Russia Alessandro III lo spettacolo piace tantissimo e, anche grazie a questo, Lo Schiaccianoci diventa uno degli spettacoli più rimaneggiati ed eseguiti in tutto il mondo. Ma questo Čajkovskij non lo verrà a sapere mai, perché muore meno di un anno dopo il debutto del ’92.

The Nutcracker
Varvara Nikitina e Pavel Gerdt nei ruoli della Fata Confetto e del Principe in una ripresa del Teatro Mariinskij.

La trama e le produzioni dello Schiaccianoci

La storia raccontata nello Schiaccianoci varia di versione in versione: a volte Clara è una bambina e altre volte un’adolescente. Negli Stati Uniti si chiama Marie e in Russia Masha. A volte Clara e la Fata Confetto sono la stessa persona, altre invece due persone diverse. Ciò che accomuna tutte le versioni è però la divisione in due atti: quello “reale” ambientato durante la festa di Natale, quando la protagonista riceve in dono lo Schiaccianoci, e quello “fantastico” ambientato nel regno della Fata Confetto e del suo Principe. Tra le versioni più conosciute e riprodotte dello Schiaccianoci ricordiamo quella di Peter Wright, quella di George Balanchine e quella di Rudolf Nureyev.

The Nutcracker
Lo Schiaccianoci – Photo Credti: Eduardo Patino

La versione inglese di Peter Wright

Sir Peter Wrigh, una delle più importanti personalità del Royal Ballet, crea il suo Nutcracker per la compagnia londinese nel 1984 basandosi sulla storica produzione di Ivanov. La storia che Wright sceglie di mettere in scena, e che tuttora annualmente si ripete sul palco del Covent Garden, ha inizio con un Drosselmeyer sconvolto dal fatto che suo nipote sia stato intrappolato in un incantesimo dal Re dei Topi e trasformato in uno Schiaccianoci di legno. L’unico modo per sciogliere l’incantesimo è, per lui, quello di trovare l’amore. Per questo decide di portarlo con sé alla festa di Natale e consegnarlo a Clara.

La magia della storia ha così inizio e, allo scoccare della mezzanotte, lo Schiaccianoci finalmente si trasforma di nuovo nel nipote di Drosselmeyer. L’incantesimo è rotto e i due innamorati possono cominciare il loro viaggio nel regno dei dolci, guidati da Drosselmeyer. Proprio nel II Atto Clara e lo Schiaccianoci incontrano la Fata Confetto, che nella versione di Wright è interpretata da un’altra ballerina, e il Principe. Insieme a loro tutta la “corte” danza per i giovani ospiti omaggiandoli con le danze tradizionali: la danza spagnola, la danza araba, quella cinese e quella russa, poi la danza dei flauti e il suggestivo valzer dei fiori.

The Nutcracker
Anna Rose O’Sullivan e Marcelino Sambè in The Nutcracker (Royal Ballet)

É interessante ricordare come nel corso degli anni la coreografia di Wright sia stata rimaneggiata e in particolare come le danze tradizionali abbiano subito un’importante modifica: se prima Clara e lo Schiaccianoci si trovavano soltanto a fare da spettatori alla maggior parte del II Atto, oggi sono inseriti come “ospiti” all’interno delle varie danze, proprio per non rendere troppo “scollegate” la prima e la seconda parte. Alla fine arriva poi il momento della Fata Confetto e del Principe, che danzano l’iconico Pas de Deux e la coda del balletto.

La danza della Fata Confetto è molto breve, ma è comunque molto impegnativa per la ballerina che la interpreta, che deve essere molto precisa e musicale, facendo però apparire tutto molto facile. Alla fine, Lo Schiaccianoci di Wright, proprio come un cerchio, si conclude esattamente come è iniziato: a casa di Drosselmeyer, il quadro ora mostra un dipinto dello Schiaccianoci, mentre il nipote di Drosselmeyer torna finalmente a casa. Il sipario così si chiude con l’affettuoso abbraccio tra i due, che gioiscono per essersi ritrovati.

Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov in Sugar Plum pas de deux: Adagio (Royal Ballet)

Lo Schiaccianoci americano di George Balanchine

La versione di Balanchine è quella più famosa e amata dal pubblico americano, ma ormai conosciuta anche in tutta Europa. Creata dal fondatore del New York City Ballet, che nel 1919 aveva danzato nella versione russa nel ruolo del Principe (Balanchine era di origini russe e solo successivamente si è trasferito in America), The Nutcracker va in scena per la prima volta nel 1954. Da allora, lo spettacolo viene allestito ogni anno in occasione delle festività natalizie.

Attualmente la produzione dello Schiaccianoci è una delle più complete del repertorio della compagnia e comprende al suo interno 90 danzatori, 62 musicisti e più di 125 bambini. A questo si aggiungono gli elaborati elementi scenici e l’illuminazione che producono effetti visivi straordinari. Tra questi, l’albero di Natale che cresce da un’altezza di circa 4 metri fino ad arrivare a più di 12 e il personaggio comico di “Mother Ginger“, che si presenta con una gonna larga quasi 3 metri al cui interno si nascondono otto bambini.

La trama e la struttura della versione balanchiniana non differiscono molto dalla versione inglese, se non per la danza della Fata Confetto che viene spostata all’inizio del II atto e non più dopo il Pas de Deux. Inoltre, la protagonista non è più Clara ma Marie, una danzatrice bambina, e le danze tradizionali diventano danze dei dolci: cioccolata spagnola, tè cinese, caffè dell’Arabia, bastoncini di zucchero, pastorelle di marzapane e madre zenzero (non presente in altre versioni). La storia poi si sviluppa seguendo il libretto originale, dove Marie e Lo Schiaccianoci ormai trasformato, anch’esso in bambino, si trovano nel regno della Fata Confetto e del suo Principe.

La rilettura “psicoanalitica” di Rudolf Nureyev

Come ormai è ben noto, ogni rilettura dei classici di repertorio ad opera di Rudolf Nureyev porta con sé importanti cambiamenti. Nel caso dello Schiaccianoci, il “genio ribelle” ha modificato la trama a partire dai suoi personaggi principali: Clara e il soldatino di legno. In questa versione infatti viene dato maggior risalto al ruolo di Drosselmeyer, che diventa l’oggetto del sogno della protagonista e che, proprio nel sogno, si trasforma nel principe con cui Clara entrerà nel mondo degli “adulti”.

Lo Schiaccianoci di Nureyev viene presentato per la prima volta sul palcoscenico di Stoccolma nel 1967 e poi su quello del Covent Garden di Londra l’anno successivo. Nel 1969 viene messo in scena al Teatro alla Scala di Milano, con protagonisti Nureyev stesso insieme a Merle Park, e poi rappresentato innumerevoli volte fino al 2006. L’anno scorso, per la prima volta dopo sedici anni, il balletto è riapparso sul palco del Piermarini sotto la guida del Direttore Artistico Manuel Legris e proprio quest’anno invece si ricorda il trentesimo anniversario della scomparsa del grande Rudolf Nureyev, che in tantissime occasioni ha danzato nel ruolo di Drosselmeyer/Principe.

Rudolf Nureyev e Merle Park nel Pas de Deux finale da Lo Schiaccianoci

Consigli d’acquisto

Come anticipato, ecco una lista di consigli delle tre migliori versioni del balletto prodotte in dvd. Per acquistarle, potete cliccare direttamente sui titoli (link affiliati).

Dvd dello Schiaccianoci del Royal Ballet con Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov

Questa è una versione piuttosto recente della coreografia di Peter Wright con la compagnia del Royal Ballet. Nei ruoli principali, Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov sono la Fata Confetto e il Principe, Anna Rose O’Sullivan e Marcellino Sambé sono invece Clara e lo Schiaccianoci.

Dvd dello Schiaccianoci di George Balanchine

Questa è la famosissima versione dello Schiaccianoci di George Balanchine. Divertente e colorata, è una delle più acclamate produzioni al mondo. Nei ruoli della Fata Confetto e del Principe troviamo Megan Fairchild e Joaquine De Luz.

Questa è invece la versione originale di Rudolf Nureyev registrata proprio nel 1968, al suo debutto alla Royal Opera House, sul palcoscenico del Covent Garden con la compagnia del Royal Ballet e Merle Park come interprete principale.

Una replica a “Lo Schiaccianoci: un dolce racconto di Natale”

  1. […] arrivare. Ma cosa significa? Per gli amanti della danza solo una cosa: è arrivato il periodo dello Schiaccianoci. Insieme al profumo di cioccolata, mandarino e cannella, il balletto natalizio per eccellenza sta […]

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