Anche quest’anno, come ormai da tradizione, Roberto Bolle è tornato in televisione per la trasmissione del 1 Gennaio “Danza con me”, in onda su Rai1. Tantissimi ed eccezionali gli ospiti invitati all’evento, stelle che hanno danzato sui più famosi pezzi tratti dal repertorio classico e contemporaneo. E allora perché lo show di quest’anno per molti spettatori è risultato “sottotono”?

É stato uno spettacolo “pieno” quello ideato da Roberto Bolle per la tradizionale trasmissione di Capodanno che ha inaugurato il 2023, “Danza con me“. Uno spettacolo pieno di danza, di bella danza, quella danza che ormai é diventata sempre più rara da scovare in televisione. E anche se tutti sappiamo che spesso ad attirare il pubblico è più il personaggio che il contenuto (Roberto Bolle è ormai diventato un vero e proprio marchio), ben venga se questo significa portare in tv, almeno una volta l’anno, una trasmissione che si occupi di balletto nel vero senso del termine.

A dispetto di questo però, sembra che l’originalità del “Bolle-show” abbia avuto un calo costante di audience a partire dalla sua prima apparizione televisiva del 2018 (che contava ben 4 860 000 telespettatori) fino ad oggi (con “solo” 2 798 000 spettatori, che gli hanno comunque fatto vincere la serata). Un calo drastico che alcuni riconoscono nel fattore “novità” che diminuisce di anno in anno e che altri invece attribuiscono ad una sorta di appiattimento dello show, definito quasi “sottotono”. Ma è andata veramente così?

Roberto Bolle e Melissa Hamilton in Infra – Photocredit: RAI

Uno show “sottotono”? Non per gli ospiti

Sicuramente non dal punto di vista degli ospiti, visto il gran numero di “friends” che anche quest’anno ha preso parte alla trasmissione di Rai1. L’edizione 2023 poi è stata per la maggior parte trainata dalle ballerine ospiti provenienti dal Royal Ballet di Londra, che hanno conquistato il palcoscenico e il pubblico per tecnica e presenza. Prima tra tutte la stella internazionale Marianela Núñez, che ha danzato con Bolle due passi a due dal repertorio classico, Onegin di John Cranko e La vedova allegra di Roland Haydn. Per lei non servono parole, solo tanti applausi alla sua danza non solo tecnicamente perfetta ma soprattutto ricca di pathos e sentimento.

Graditissimo al contempo l’inserimento di altre due Principal Dancers della compagnia londinese, new entry per la televisione italiana, Fumi Kaneko e Jasmine Naghdi. Insieme al volto protagonista dello show hanno danzato due estratti da Spring Waters e Diana e Atteone l’una e da La bella addormentata l’altra. Insieme a loro anche la meravigliosa First Soloist Melissa Hamilton, ormai veterana del programma, che con Bolle ha interpretato uno dei pezzi più famosi del repertorio contemporaneo firmato dall’inglese Wayne McGregor, Infra. É del tedesco Philippe Kratz invece l’altra creazione contemporanea dal sapore fluido e plastico, SenTieri, danzata con Casia Vengoechea e Toon Lobach.

Tanti altri ospiti nazionali e internazionali si sono poi susseguiti sul palco di Roberto Bolle, a cominciare dai Ballet Trockadero de Monte Carlo nella loro acclamatissima rivisitazione de La morte del cigno, che necessitava forse di una presentazione più adeguata dato il contesto in cui danzavano, passando per la Prima Ballerina dello Stuttgard Ballet Maria Eichwald, fino ad arrivare ai talenti nostrani Virna Toppi e Nicoletta Manni dal Teatro alla Scala di Milano. Accanto ai pas de deux non sono poi mancati gli assoli del protagonista, come quello dedicato a Loïe Fuller e il toccante omaggio ad Ezio Bosso, e le collaborazioni con personaggi del mondo dello spettacolo quali Dargen D’Amico, Virginia Raffaele, Blanco ed Elio (senza dimenticare i conduttori Luca Zingaretti, Cristiana Capotondi e Alberto Angela).

Roberto Bolle e Marianela Núñez in Onegin – Photocredit: RAI

“Danza con me”: cosa non ha funzionato?

Ma perché allora, nonostante questa generosa presenza di artisti di talento e la ricca carrellata di balletti di repertorio, lo spettacolo per alcuni è apparso comunque “sottotono“? Forse proprio perché la “carrellata”, tipica dei gala di danza che il pubblico a teatro tanto ama, in televisione (soprattutto in una puntata pre-registrata) non funziona. Certo è che gli anni scorsi molti critici di balletto avevano lamentato il fatto che “Danza con me” stesse diventando più un siparietto comico che un programma di danza e che fosse eccessivamente finalizzato all’autocelebrazione di Bolle stesso. E chiaro, per chi si intende di danza può anche essere vero.

Ma ciò che forse non è stato considerato è che il pubblico da casa non è un critico di balletto e non tutti quelli che assistono al programma sono esperti di danza. Tra loro magari si nasconde chi lo guarda solo per passione, perché faceva danza da piccolo, o addirittura chi quella sera faceva binge watching e non ha trovato niente di meglio da vedere. Non c’è da scandalizzarsi, eravamo sul divano di casa non nella platea di un teatro dell’opera. D’altronde lo scopo iniziale del programma non doveva essere proprio quello di avvicinare il più possibile la danza al pubblico generalista e togliere quel velo elitario che spesso la circonda? E come si può raggiungere tale scopo se non si libera lo spettatore televisivo dal preconcetto “balletto uguale noia”?

Quindi un grande applauso a Roberto Bolle per aver scelto di mostrare al pubblico dei notevoli pezzi di repertorio che noi esperti di danza abbiamo amato e che non tutti a casa conoscevano. Ma ben vengano allo stesso modo iniziative che possano rendere più attiva e coinvolgente la serata attraverso un filo conduttore che riesca, con ironia ed intelligenza, ad intersecare tra loro tutte le esibizioni di balletto, di musica e recitazione per formare un unico momento di cultura che il pubblico tutto, anche quello meno esperto, possa apprezzare ed applaudire.

Roberto Bolle e Fumi Kaneko in Spring Waters – Photocredit: Vito Lorusso

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